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giovedì 14 maggio 2015

L'ultimo atto di Carlo Formigoni

Fotografia di Salvatore Laghezza

Nel 1954 Frank Beckett, irlandese, credente, e persona di indiscutibile onestà muore dopo una lunga malattia, per nulla confortato da quel Dio in cui sembrata tanto credere. Per suo fratello Samuel, drammaturgo e peccatore senza pari, tanta fede mal riposta sembra inconcepibile. Matura così in Samuel un sentimento di rancore verso Dio che si trasforma prima in una sorta di velenoso e irridente cinismo, poi in un sofferto silenzio. Il primo risultato di questa lotta contro Dio è un dramma radiofonico, All that fall, tutti quelli che cadono, scritto nel 1956 e incentrato sulle vicende di un uomo che, per puro sfizio, commette un delitto in barba a qualsiasi giudizio morale o di fede. Tanto se Dio non c’è, nessuno potrà punirti. Il testo venne mandato in scena nel 1957 alla BCC, e in Italia – tradotto da Lucentini – nel 1961 per poi non venire mai più trasmesso, censurato dagli ambienti ecclesiastici dell’epoca. Più di cinquant’anni dopo Carlo Formigoni riprende l’idea di Beckett e riscrive completamente il testo per farne uno spettacolo teatrale tutto suo, che esplora in maniera inquietante e assai onirica il lato oscuro degli uomini quando togli loro tutti i sogni, le povere illusioni. L’ultimo atto di Carlo Formigoni, con Carlo Formigoni, Angelica Schiavone e Giovanni Calella presto andrà in scena per i teatri d’Europa. Intanto, un’anteprima in versione privata, sarà interpretata presso la nostra sede domenica 16 maggio alle 19.30. (Se Dio vuole).

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