Il Sindaco, di Claudio Metallo |
La settimana scorsa mi è arrivato per posta un pacchetto che aspettavo: un piccolo libro bianco di 56 pagine da Claudio Metallo. L'ho letto affascinato e con un po' di amarezza.
Conoscere Claudio, secondo me, era una cosa che doveva succedermi. Non potevamo non incontrarci. Non tanto perché siamo dello stesso paese e neanche perché condividiamo scelte di vita simili. Credo che le persone entrano nella tua vita perché devono farne parte, soprattutto quelle che ti fanno bene.
Claudio è un documentarista calabrese che ha dedicato gran parte della sua vita a costruire saggi audiovisivi sui problemi del territorio in cui vive. La sua telecamera mostra immagini chiare e imparziali, senza cadere nei vizi della televisione, creano reportage che contribuiscono a far capire ciò che ci circonda. Alla fine dei conti, non è questo uno degli scopi dell'arte? Claudio non solo capisce, ma passa anche molto tempo a cercare di decodificare il sistema per spiegarlo al suo pubblico senza sottovalutarlo.
Il suo lavoro mi ha colpito così profondamente che non ho esitato a proporgli di far parte della giuria della prima edizione del Festival di Cinema La Guarimba, "offerta" che lui ha accettato con grande gioia, e così iniziò un principio di amicizia del tipo mentore-studente, perché Claudio, che vive nel nord Italia da tempo, mi rassicura sempre sul luogo in cui vivo, spiegandomi i fatti senza passione e con grande intuizione. Per esempio, sono rimasto molto sorpreso del fatto che il suo lavoro non era conosciuto da tutti, che mai si fosse organizzata una proiezione da queste parti. Il giorno in cui decidemmo di organizzare una proiezione del suo documentario sul pizzo "Un Pagamu: La Tassa Sulla paura" fu molto difficile che ci aiutassero a diffondere la notizia. Ci fu poco pubblico nonostante ad assistere ci fosse uno dei protagonisti del documentario e il dibattito sia stato molto interessante. Dopo aver cenato, Claudio mi ha tranquillizzato, mi spiegò che la sua carriera di 13 anni solo ora risulta essere apprezzata dalle istituzioni locali.
Anche se può sembrare dal mio racconto, Claudio non è rassegnato. Ha solo capito che non tutte le battaglie vanno combattute, che non tutti i nemici sono all'altezza del conflitto e che è più importante impegnarsi individualmente nella creazione artistica che scontrarsi frontalmente. Sono modi di vedere la vita e lo rispetto per questo.
Il suo carattere tranquillo e sereno diventa opera coraggiosa ed eloquente. Proprio questo è Il Sindaco, la storia che recentemente ha pubblicato per Pietre Vive Editore, una descrizione dettagliata del processo elettorale in un piccolo paese del sud Italia, una critica al meccanismo italiano della corruzione, dal più piccolo al più grande, in una storia che abbraccia passato, presente e futuro di un uomo-burattino e burattinaio che ha generato parte del deterioramento delle istituzioni; un piccolo libro bianco di 56 pagine che fa da specchio di un'intera nazione.
(recensione tratta dal blog La Mia Mantia, storie di paese)
Conoscere Claudio, secondo me, era una cosa che doveva succedermi. Non potevamo non incontrarci. Non tanto perché siamo dello stesso paese e neanche perché condividiamo scelte di vita simili. Credo che le persone entrano nella tua vita perché devono farne parte, soprattutto quelle che ti fanno bene.
Claudio è un documentarista calabrese che ha dedicato gran parte della sua vita a costruire saggi audiovisivi sui problemi del territorio in cui vive. La sua telecamera mostra immagini chiare e imparziali, senza cadere nei vizi della televisione, creano reportage che contribuiscono a far capire ciò che ci circonda. Alla fine dei conti, non è questo uno degli scopi dell'arte? Claudio non solo capisce, ma passa anche molto tempo a cercare di decodificare il sistema per spiegarlo al suo pubblico senza sottovalutarlo.
Il suo lavoro mi ha colpito così profondamente che non ho esitato a proporgli di far parte della giuria della prima edizione del Festival di Cinema La Guarimba, "offerta" che lui ha accettato con grande gioia, e così iniziò un principio di amicizia del tipo mentore-studente, perché Claudio, che vive nel nord Italia da tempo, mi rassicura sempre sul luogo in cui vivo, spiegandomi i fatti senza passione e con grande intuizione. Per esempio, sono rimasto molto sorpreso del fatto che il suo lavoro non era conosciuto da tutti, che mai si fosse organizzata una proiezione da queste parti. Il giorno in cui decidemmo di organizzare una proiezione del suo documentario sul pizzo "Un Pagamu: La Tassa Sulla paura" fu molto difficile che ci aiutassero a diffondere la notizia. Ci fu poco pubblico nonostante ad assistere ci fosse uno dei protagonisti del documentario e il dibattito sia stato molto interessante. Dopo aver cenato, Claudio mi ha tranquillizzato, mi spiegò che la sua carriera di 13 anni solo ora risulta essere apprezzata dalle istituzioni locali.
Anche se può sembrare dal mio racconto, Claudio non è rassegnato. Ha solo capito che non tutte le battaglie vanno combattute, che non tutti i nemici sono all'altezza del conflitto e che è più importante impegnarsi individualmente nella creazione artistica che scontrarsi frontalmente. Sono modi di vedere la vita e lo rispetto per questo.
Il suo carattere tranquillo e sereno diventa opera coraggiosa ed eloquente. Proprio questo è Il Sindaco, la storia che recentemente ha pubblicato per Pietre Vive Editore, una descrizione dettagliata del processo elettorale in un piccolo paese del sud Italia, una critica al meccanismo italiano della corruzione, dal più piccolo al più grande, in una storia che abbraccia passato, presente e futuro di un uomo-burattino e burattinaio che ha generato parte del deterioramento delle istituzioni; un piccolo libro bianco di 56 pagine che fa da specchio di un'intera nazione.
(recensione tratta dal blog La Mia Mantia, storie di paese)
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