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giovedì 3 luglio 2014

Presi a calci: la recensione di Francesco Pancetta

Presi a calci, di Claudio Metallo
Presi a calci - Tre storie di Futbal di Claudio Metallo non è semplicemente un libro o delle storie sul calcio, ma bensì è un divertente, irriverente, pantagruelico, spietato, avvincente viaggio nei meandri e nei sotto scala del capitalismo e dell'anima. In questo vortice osceno di meschinità, violenza e affarismo Claudio Metallo disegna con acuto e personale sarcasmo (e con una brillante tecnica narrativa) un'umanità intrappolata nel mondo e in se stessa. Un impetuoso, impietoso travolgente racconto disperso e complice delle contraddizioni del mondo. Dove oltre il disincantato cinismo della realtà, ogni essere umano in una cucina, in una bottiglia, in una donna cerca qualcosa per riempire il vuoto delle paure o delle delusioni della vita, al di la se sia un "buono" o un "cattivo". Distinzione, inoltre, del tutto irrilevante per l'autore, in quanto storie solo e unicamente umane, dove ogni personaggio è allo stesso tempo vittima e carnefice della sua personale vicenda (esattamente come ognuno di noi). Pregna incarnazione del refrattario e del contraddittorio. Insomma Presi a calci - Tre storie di Futbal è "solo" una raccolta di storie di persone che hanno amato tanto, troppo... a volte anche solo se stessi, finendo, così, nella trappola dell'avidità, del narcisismo o dell'idealismo. Ma comunque sia, questi racconti, sono lo sguardo inquieto e attento di un cuore libero sulle ombre lasciate dalle luci della grande storia.

martedì 1 luglio 2014

Il sindaco, di Claudio Metallo: una lettura di Giulia Foresti

Il Sindaco, di Claudio Metallo
Questo primo libro di Claudio Metallo è, come si dice in gergo, breve ma intenso. Dalle sue 50 pagine esce un ritratto oserei dire perfetto di uno di quei personaggi che sono l’incarnazione della tendenza tutta italiana ad azzerare il rapporto, invece imprescindibile e intoccabile, tra la politica e la cosa pubblica.
Tra un caffè offerto a “chi conta” e una partita di calcio (perché “aiutare o girare attorno alla squadra dà prestigio”), il sindaco Franco Parlante ci fa vivere una quotidianità – di cui il dialetto si fa complice dove la politica è nient’altro che un mezzuccio per l’affermazione personale, dove l’incontro tra le due dimensioni avviene per mezzo di arrivismo, convenienti bugie ed interessi personali.
Nato Nessuno, quasi per caso il Sindaco si ritrova nel mondo fatto di politici, mafiosi, speculatori, “magistrati che vogliono fare carriera”, ovvero che tentano di arginare scempi di varia natura. E ci sguazza, anzi, fa di più: ci investe tutta la propria esistenza. La volontà di riempire un vuoto di chi è incapace di costruirsi un Sé compongono un pericoloso mix tra il privato più intimo e il pubblico ad ogni costo: esorcizzare la propria misera esistenza qui è un bacio che unge le foto di chi se n’è andato oppure la messa in piazza di affari intimi altrui durante un “dibattito” preelettorale. Il quale, tra l’altro, ha come lieta cornice due palme hawaiane arrivate grazie a due costruttori edili che hanno “elevato odi al cemento armato in tutta la costa” e che fanno affari con chiunque (“prima il potere economico, la politica viene a ruota”).
Il Sindaco pone una questione culturale e politica, che si trascina dietro per forza anche quella economica. È piacevole farsi coinvolgere in questo tema quando chi ne scrive, o ne parla, riesce a non togliere il sorriso alla riflessione.
Quello che rende prezioso il libro di Metallo è la capacità dell’autore di incastrare nel posto giusto le frasi che a forza di essere sentite rischiano di diventare la normalità, ma che contestualizzate nelle vicende di Parlante riacquistano tutta la loro miserabile concretezza. Una capacità narrativa e documentaristica che quindi agisce da antidoto alla normalizzazione della mala politica.

lunedì 16 giugno 2014

Presi a calci: presentazione di Pierpaolo Ferlaino

Presi a calci - tre storie di fùtbol
Dopo Il Sindaco, Claudio Metallo torna in libreria con tre racconti sul calcio.
Ne Il Sindaco il racconto si sofferma su un individuo che, seppur accompagnato nelle sue vicende da numerosi personaggi, ci restituisce la storia di una solitudine.
I tre racconti sul calcio, pur avendo come nucleo la vicenda di un singolo, si sviluppano attraverso una sinfonia di caratteri ironici e grotteschi ma sempre permeati da un fondo di malinconica solitudine.
Come Aguirre Sanchez Scocco, estremo difensore di una piccola squadra locale che trasforma il suo ultimo incontro sul campo in uno scontro sportivo e psicologico pieno d’azione e disperazione dopo aver scoperto il tradimento di sua moglie Arabel consumato proprio mentre lui si dedica alla passione per uno sport che non è solo un gradevole diversivo da una vita di lavoro ma un destino che porta nel nome.
Più cupi e seri i toni di Costa del Rei F.C. dove la vita dell’autotrasportatore Pino Vitelli viene sconvolta dalla sua “nomina forzata” a presidente di una squadra che sale sospettosamente in vetta alle classifiche pur essendo legata ad un misterioso criminale e ristoratore macedone, Grigor Lukanov, e guidata da improbabili allenatori con alle spalle un inverosimile ma vittorioso passato calcistico.
Più pacato e misterioso il Profeta del gol che ci lascia con un finale sospeso ed, allo stesso tempo, appagante.

Le vicende dei protagonisti, sempre ironiche e divertenti, si intrecciano con quelle delle rispettive comunità: luoghi sospesi tra il passato e il presente, in un Sud non mai bene identificato che Metallo ha la capacità di trasformare in quello che potrebbe essere un qualsiasi Sud del mondo con toponimi che combinano, nello stesso luogo, la Calabria, il Portogallo, la Spagna, l’America del Sud.
Tra campi di calcio e strade polverose, irte e assolate le vicende narrate ricordano quelle che chiunque abbia mai visitato questi luoghi, anche solo con la fantasia, potrebbe ascoltare rifugiato in un bar per ripararsi da un pomeriggio d’afa o seduto all’aperto a godersi la frescura di un tramonto estivo.
Personaggi i cui nomi sono un intreccio di origini e la loro natura la si potrebbe addirittura definire “mitica” nel senso classico del termine: “eroi” di un calcio che appare storicamente reale e lontano, investito di una sacralità antica quasi a renderli protagonisti di un’origine calcistica del mondo in cui il vero e il falso non hanno confini netti e commedia e tragedia convivono insieme alla cruda verosimiglianza di alcune vicende che lasciano trasparire il Metallo documentarista.

Presi a calci - tre storie di fùtbol, collana Parola

giovedì 31 ottobre 2013

Il Sindaco: una recensione di Giulio Vita

Il Sindaco, di Claudio Metallo
La settimana scorsa mi è arrivato per posta un pacchetto che aspettavo: un piccolo libro bianco di 56 pagine da Claudio Metallo. L'ho letto affascinato e con un po' di amarezza.
Conoscere Claudio, secondo me, era una cosa che doveva succedermi. Non potevamo non incontrarci. Non tanto perché siamo dello stesso paese e neanche perché condividiamo scelte di vita simili. Credo che le persone entrano nella tua vita perché devono farne parte, soprattutto quelle che ti fanno bene.
Claudio è un documentarista calabrese che ha dedicato gran parte della sua vita a costruire saggi audiovisivi sui problemi del territorio in cui vive. La sua telecamera mostra immagini chiare e imparziali, senza cadere nei vizi della televisione, creano reportage che contribuiscono a far capire ciò che ci circonda. Alla fine dei conti, non è questo uno degli scopi dell'arte? Claudio non solo capisce, ma passa anche molto tempo a cercare di decodificare il sistema per spiegarlo al suo pubblico senza sottovalutarlo.
Il suo lavoro mi ha colpito così profondamente che non ho esitato a proporgli di far parte della giuria della prima edizione del Festival di Cinema La Guarimba, "offerta" che lui ha accettato con grande gioia, e così iniziò un principio di amicizia del tipo mentore-studente, perché Claudio, che vive nel nord Italia da tempo, mi rassicura sempre sul luogo in cui vivo, spiegandomi i fatti senza passione e con grande intuizione. Per esempio, sono rimasto molto sorpreso del fatto che il suo lavoro non era conosciuto da tutti, che mai si fosse organizzata una proiezione da queste parti. Il giorno in cui decidemmo di organizzare una proiezione del suo documentario sul pizzo "Un Pagamu: La Tassa Sulla paura" fu molto difficile che ci aiutassero a diffondere la notizia. Ci fu poco pubblico nonostante ad assistere ci fosse uno dei protagonisti del documentario e il dibattito sia stato molto interessante. Dopo aver cenato, Claudio mi ha tranquillizzato, mi spiegò che la sua carriera di 13 anni solo ora risulta essere apprezzata dalle istituzioni locali.
Anche se può sembrare dal mio racconto, Claudio non è rassegnato. Ha solo capito che non tutte le battaglie vanno combattute, che non tutti i nemici sono all'altezza del conflitto e che è più importante impegnarsi individualmente nella creazione artistica che scontrarsi frontalmente. Sono modi di vedere la vita e lo rispetto per questo.
Il suo carattere tranquillo e sereno diventa opera coraggiosa ed eloquente. Proprio questo è Il Sindaco, la storia che recentemente ha pubblicato per Pietre Vive Editore, una descrizione dettagliata del processo elettorale in un piccolo paese del sud Italia, una critica al meccanismo italiano della corruzione, dal più piccolo al più grande, in una storia che abbraccia passato, presente e futuro di un uomo-burattino e burattinaio che ha generato parte del deterioramento delle istituzioni; un piccolo libro bianco di 56 pagine che fa da specchio di un'intera nazione.

(recensione tratta dal blog La Mia Mantia, storie di paese)

mercoledì 30 ottobre 2013

Fenomenologia di un "pezzo di merda", di Fabio Frangella

Recensione de Il sindaco di Claudio Metallo

Il Sindaco, di Claudio Metallo
È corto, è diretto, non usa mezzi termini e descrive uno spaccato di realtà locale con lo sguardo lucido e cilindrico di un obiettivo. Un obiettivo per obiettivi multipli, una telecamera che altera ogni supporto su cui poi trasmette le proprie immagini, quasi a voler esortare il lettore ad una reazione che non si limiti alla mera constatazione riguardo lo status quo, ritratto nella cornice della polimorfa e amorfa vita politica del meridione italiano con particolare predilezione nei confronti dell’excursus calabrese. 
Le modalità di conduzione dell’azione politica calabrese, fino al momento appaiato con l’attualità, costituiscono l’ossatura del racconto “il Sindaco” scritto da Claudio Metallo, video reporter che oltre ai documenti multimediali riesce ad essere efficace anche con la scrittura che, in questo caso, gli ha fruttato il premio al concorso letterario Luce a Sud Est 2013
Assecondando lo stile rapsodico con il quale i vari atti della vita di Franco Parlante – il Sindaco – vengono scanditi, esce fuori un quadro disarmante riguardo non tanto i comportamenti di un uomo politico locale che lo stesso autore, citato da Antonio Lillo nella nota introduttiva, definisce un “pezzo di merda”; bensì emerge un contesto in correlazione con la natura maleodorante ed elementare del protagonista immaginato per il racconto. Un personaggio, a ben guardare, ben poco inventato perché simile alla mosca ronzante, fastidiosa, eterna e svolazzante su un panorama marrone. Un uomo passato e presente che, con buona pace dei sognatori, sarà probabilmente anche l’uomo “nuovo” del futuro. Un politico avvezzo all’uso di pratiche disumane e disumanizzanti che culminano nella collocazione ancestrale riservata al “fanalino di coda”, termine ormai simpaticamente accettato come fondamentale per la definizione della Calabria. 
Un racconto da leggere perché leggero e contemporaneamente denso di un’esperienza maturata “sul campo” da un autore che, nelle sue performances, ci mette la faccia. Una faccia che, se dovesse giungerne il consenso, la Testata renderà “comune” con la presentazione dell’autore.

sabato 5 ottobre 2013

Il sindaco, di Claudio Metallo

Opera vincitrice del concorso Luce a Sud Est 2013, indetto da Pietre Vive e da G.Lan

Il sindaco; è tale la nostra considerazione della politica, oggi, che già dal titolo il lettore s’immagina che la storia proposta abbia risvolti negativi piuttosto che etici o esemplari. La storia di un sindaco corrotto non offre grandi possibilità alla fantasia, eppure la prima cosa che colpisce di Franco Parlante, protagonista di questo racconto, sorta di reportage d’invenzione, è proprio la sua assoluta attinenza alla realtà odierna: una vena vagamente ottusa, piatta, caratterizza questo personaggio, che si sposa a una invidiabile faccia tosta e all’opportunismo tipico della provincia italiana, tutto votato all’interesse spicciolo, allo scambio di favori come mezzo di affermazione sociale. 
Non riusciamo a trovarlo antipatico questo sindaco, pur essendo – come Metallo stesso lo ha definito in una conversazione privata – “un pezzo di merda”, non ce la si fa. Forse per il carattere tutto sommato sardonico, scaltro eppure cialtronesco e poi man mano patetico, che l’autore ha voluto attribuirgli, o forse per il fatto che in molti degli atteggiamenti adottati da Parlante fra le pagine del racconto possiamo ravvisare gli stessi limiti, le debolezze e le meschinità di molti dei nostri amministratori, spesso nostri amici, nostri vicini di casa. Parlante appunto, per tutti, specchio che ripete all’infinito, come un pappagallo a colori sgargianti, il risaputo. 
Il tutto è narrato con una leggerezza di tono, spesso caricaturale, che rende la lettura assai godibile. In questo conta molto la visione di Metallo, documentarista di professione, come si può anche notare nel particolare taglio dato alla costruzione della storia, non lineare, ma registrata per salti temporali attraverso le varie campagne elettorali che Parlante ha da affrontare nella sua ascesa. Il risultato è il ritratto di un uomo che si trascina negli anni, di elezione in elezione, per riconfermare una posizione necessaria più a definire una sua identità che a fare il bene della cittadinanza. Metallo ci fa rivivere, così, l’inutilità di un’esistenza tutta votata a un’idea scorretta di politica, povera nei contenuti come nei risultati perché povera è l’esistenza di chi la fa: un uomo solo, che ha scelto la via del potere per spiccare il volo, senza mai realmente sollevarsi da terra.

(dalla nota introduttiva)

lunedì 5 agosto 2013

Concorso di scrittura "Luce a Sud-Est: il vincitore

Annunciamo dunque il vincitore del concorso Luce a Sud Est: Claudio Metallo, con il racconto di corruzione politica IL SINDACO.
Claudio, calabrese, è un documentarista e ha collaborato con varie emittenti internazionali, tra cui Al Jazeera, e nazionali, tra cui Raitre e Current TV.
Il volume pubblicato sarà presentato a settembre.