Disegno di copertina di Graziano |
I testi contenuti in questo libricino sono il risultato di un laboratorio di scrittura autobiografica tenuto fra ottobre 2013 e maggio 2014 al Centro Diurno di Martina Franca, a una classe composta da persone diversissime per età, lavoro, fede, vicende personali, contesto economico e letture, e arrivate lì un po’ per caso, o per sentito dire, un po’ per curiosità, qualcuna fermandosi più a lungo, qualcuna il tempo necessario a dire ciò che aveva in cuore e poi eclissarsi. Scritture nomadi, appunto, di passaggio.
Ognuno ha apportato al corso il suo impegno e soprattutto, la sua voglia di ascoltare. Perché, anche se si scrive in primo luogo per se stessi, la condizione necessaria di un corso di scrittura è che ci sia, di fronte, qualcuno che ti ascolta. A quel punto anche lo sfogo più diretto, o brutale, il sentimento più informe ha la necessità, per essere compreso, di assumere una forma, di essere detto in un certo modo, e così la scrittura si fa non solo viscerale, ma anche estetica, cerca a modo suo di farsi opera.
In questo libricino, dunque, sono racchiuse alcune delle opere prodotte durante il laboratorio. Mancano all’appello alcuni testi, talvolta molto belli, di persone che hanno partecipato ma non hanno voluto che le proprie vite fuoriuscissero da quelle mura, dov’era più facile raccontarsi.
Dei testi qui raccolti, alcuni hanno caratura maggiore per qualità di scrittura, altri sono di una sincerità disarmante, e impongono pertanto che non si adottino filtri. Possono leggersi singolarmente ma, presi nel loro insieme, rendono meglio l’idea di crescita, personale e collettiva, dei loro autori, del legame di rispetto, simpatia, affetto, che man mano è venuto a crearsi fra di loro. Del divertimento che ne è nato. Allo stesso tempo tutti hanno una voce ben distinguibile, anche lì dove manchi uno stile letterario.
Un’ultima nota riguarda i generi proposti: dalla poesia all’apologo, dalla memoria all’epitaffio, dal pastiche al poliziesco metafisico, i testi nascono spesso da stimoli esterni, esercizi e letture affrontate durante il laboratorio, ma tutti hanno portato, quasi sempre, a opere autonome, non prive di una loro dignità. I temi trattati sono, naturalmente, quelli alla base di qualsiasi scrittura così come della vita: i propri affetti, i vizi, l’amore, la morte, la rassegnazione e la speranza.
(Scritti nomadi, a cura di Antonio Lillo, collana Parola. Libro è stato realizzato in collaborazione con la Coop Sociale Progetto Popolare, che ringraziamo.)
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