Fuori fuoco di Mimmo Pastore |
[...] Un libriccino minuto e piacevolissimo questo di Mimmo Pastore, che non pretende di far leggere poesia e per questo lo fa di rado tra le pagine, rimanendo in bilico tra il verso e il raccontino. Quasi un cercare il proprio posto nel mondo senza dare fastidio al mondo stesso. Mondo che è sempre quotidiano, mai ideale, a tratti onirico per poi svegliarsi accanto una donna, che acquisisce nomi di donna quali Azzurra, Anna, Katia, Francesca, Carla. Anna pare inoltre essere un personaggio ricorrente nel pensiero dell’autore, tanto da citarla più volte, da misurare le proprie azioni e se stesso su di lei, davestirla e svestirla di parole quali Anna, altro nome bellissimo. Nome che resta e resiste nonostante le altre presenze, che sa di ancora contro la deriva, l’alienazione.
Perchè leggendo Fuori fuoco si percepiscono chiaramente due concetti propri dell’autore: la sua onestà nello scrivere, senza finzioni o costruzioni; il suo sentirsi inappartenente al mondo. Un’inappartenenza che assomiglia a un’inadeguatezza presunta del sé, che poi nel verso diviene appunto rifiuto del verso stesso. Un non riuscire e vedere bene le cose e per questo sentirsene distaccati, cercando comunque di colmare tale distacco con quello stesso sguardo che lo provoca.
Poesia delicatissima e prosa altrettanto misurata da una personalità delicata, che affonda le mani nella vita ma senza tracciarla o stracciarla, che ricorda e vive l’amore quasi come un trascorso sul quale incollare un po’ di nostalgia, non certo per soffrirne quanto per ricordare. Perchè la felicità è così fragile, precaria, perchè mi ha fatto molto piacere conoscerla; quasi male, ma nonostante ciò le diedi due baci sulle guance, molto più vicini alla bocca di quanto di solito si faccia ed anche a lei, spero, le si sarà spostato il cuore.
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